
Che cos'è Paves-e?
Il senso
Ci sono autori la cui corsa è fermata dalla morte, buoni solo per una stagione o poco più. Ce ne sono altri, pochi, che distendono la loro falcata e allungano il loro respiro proprio mentre ci si allontana dalla fine, dal loro tempo storico, dalla generazione che li ha conosciuti vivi o li ha incontrati nell’immediatezza dell’ultima stagione. Questi poeti, questi scrittori, si chiamano ‘classici’. Cesare Pavese, di anno in anno, grazie al consenso e all’amore dei suoi lettori, specialmente dei più giovani, sembra potersi arruolare a buon diritto nelle fila di un siffatto esercito, nobile ed esiguo.
Il modello
dell'Hyperedizione
L’opera con cui abbiamo scelto di iniziare è stato il primo libro di Pavese, le poesie di Lavorare stanca uscite nel 1936 per i tipi di Solaria. È un passo fondamentale nella storia del nostro scrittore. Con questo libro Pavese diventa Pavese, inventa una scrittura poetica inedita nel panorama della lirica italiana ed europea contemporanea, rinnova una tradizione secolare e fa entrare in rapporto la letteratura del Vecchio Continente con la nuova letteratura americana, Whitman e Lee Masters in testa. Si tratta di un’operazione poetica e culturale di valore epocale. Essa è costata a Pavese una grande fatica e una lunga ricerca. A testimoniarla ci sono carte lavoratissime, lettere e appunti di diario, l’approdo a un vocabolario nuovo, straniante. Questo modello di edizione scientifica digitale è stato ideato per il pirandellonazionale, raffinato in chiave ermeneutica da Sichera nel contesto di Verismo digitale (l’ultima impresa digitale catanese collocata all’interno dello Spoke 3 di PNRR-Changes, sotto la direzione di Marina Paino) e si intreccia col modello CHROMA, definito dall’omonimo gruppo di ricerca CNR ISTC. Il modello, sperimentato sull’edizione scientifica Bellini Digital Correspondence (curata da Angelo Mario Del Grosso e Daria Spampinato), definisce il processo editoriale per il trattamento del testo inteso come un oggetto complesso multidimensionale.
Le unità di ricerca
Per questo un’impresa come Paves-e ha senso, perché ha senso far transitare un classico dall’era della scrittura all’epoca del digitale, non per assimilarlo banalmente alla moda del tempo, ma per consentirgli, in una maniera nuova, di parlare ancora a tutti.

UNICT (PI Antonio Sichera)
Ci volevano forze diverse per raggiungere l’obiettivo. L’idea originaria è partita da Catania, dove l’interesse scientifico per Pavese è di lunga data. Per questo il Principal Investigator (PI) di Paves-e è Antonio Sichera. Venticinque anni intercorrono infatti tra la pubblicazione della Concordanza delle poesie di Pavese di G. Savoca e A. Sichera (Olschki, 1997), e l’uscita dei libri ‘maggiori’ di Pavese per Mondadori, dai romanzi ai Dialoghi, fino alla monumentale Opera poetica (Mondadori, 2021), che raccoglie per la prima volta tutti i testi poetici editi, inediti, nonché la versione integrale delle traduzioni poetiche pavesiane dalle letterature antiche e moderne. In mezzo ci sono le edizioni critiche di Lavorare stanca di Liborio Pietro Barbarino (La Scuola di Pitagora, 2020) e della Luna e i falò di Miryam Grasso (La Scuola di Pitagora, 2020), frutto di impegnative tesi dottorali, ma anche, in questi anni, il prezioso lavoro archivistico di Christian D’Agata, la ricerca bibliografica di Eliana Vitale, i reperimenti di Maria Concetta Trovato, la cura del Pavese classicista di Giuseppe Palazzolo. Si è trattato dell’allestimento di un grande cantiere pavesiano, animato dai giovani studiosi del CINUM (il Centro di Informatica Umanistica di UNICT) e diretto da Antonio Sichera con Antonio Di Silvestro. Un cantiere che ha al suo attivo al contempo una decisiva, gigantesca impresa digitale, quella dell’Opera Omnia di Pirandello (www.pirandellonazionale.it), nel quadro dell’Edizione Nazionale voluta dal MIBACT e affidata a una Commissione di pirandellisti italiani e stranieri, di cui fa parte anche Antonio Sichera. Il pirandellonazionale è oggi un’esperienza di punta nel campo dell’umanistica digitale (ne sono direttori Sichera e Di Silvestro), posta sotto l’egida di Oscar Mondadori, che ha offerto il proprio fondamentale sostegno editoriale anche a Paves-e. Ne siamo fieri e grati.

UNITO (RU Laura Nay)
Accanto a Catania non poteva non esserci Torino. In primo luogo perché l’amicizia e la collaborazione tra UNICT e UNITO sono antiche: rimontano alla profonda intesa umana e scientifica tra Marziano Guglielminetti e Giuseppe Savoca. E poi perché attorno al magistero di Guglielminetti è nata presso l’allora Facoltà di Lettere di Torino una scuola di pavesisti di vaglia: basti pensare all’edizione critica del Mestiere di vivere (Nay-Guglielminetti, 1990) o alle edizioni dei romanzi e dei racconti uscite per Einaudi (Guglielminetti-Masoero, 2000-2002), ovvero alla realizzazione del sogno di uno spazio fisico in cui fossero ospitate le carte di Pavese. Sin dal 1984, infatti, prima le carte di proprietà della famiglia Sini-Cossa (eredi del grande scrittore, nobili d’animo e liberali nell’amministrazione di un prezioso patrimonio filologico e archivistico), poi quelle einaudiane sono allocate nel Centro Studi Gozzano-Pavese, diretto da Laura Nay, dove si trova anche la parte più cospicua della biblioteca pavesiana. In questo contesto, la collaborazione tra Catania e Torino è stata spontanea. D’altronde, ai giovani ricercatori del CINUM corrisponde idealmente la nuova, feconda generazione della scuola torinese, posto sotto la sapiente guida di Laura Nay (Responsabile scientifica dell’unità), che ha realizzato alcune nuove edizioni pavesiane con Clara Allasia e Chiara Tavella e guida una compagine di cui fanno parte Lorenzo Resio, Luca Calcagno, Alberto Zuliani, Saverio Vita e molti altri giovani ricercatori. A riprova del fatto che oggi non ci sono grandi imprese scientifiche senza grandi équipes di studiosi, in primo luogo giovani, riuniti attorno a una passione culturale e a un’autentica relazione umana.

CNR ISTC (RU Daria Spampinato)
Per far transitare la letteratura dal cartaceo al digitale, per far nascere una filologia, una critica, una didattica all’altezza delle potenzialità delle nuove tecnologie sono necessarie competenze scientifiche nel campo, consolidate e di alto profilo. In Paves-e questo tipo di expertise è presente nel gruppo di ricerca CHROMA del CNR ISTC (Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione), che lavora sotto la responsabilità scientifica di Daria Spampinato e con il contributo di importanti esperti del settore, come Angelo Mario Del Grosso. Anche qui è in gioco una storia di sinergia recente ma intensa con il CINUM, nel contesto dell’AIUCD, l’Associazione Italiana degli Umanisti Digitali diretta da Marina Buzzoni, di cui Daria Spampinato è una delle esponenti di spicco. Dopo i progetti EPICUM e Bellini Digital Correspondence e contemporaneamente a COVerLeSS (Corpus On line del Verismo tra Letteratura, Storia e Società – PRIN2022 PNRR), il gruppo di ricerca – con l’apporto di Salvatore Cristofaro, Laura Mazzagufo, Pierpaolo Sichera, Giovanni Gafà, Giuseppe Arena – si è dedicato a Pavese realizzando un ambiente digitale innovativo e costruito in accordo ai principi della comunità scientifica di riferimento.
Il flusso di lavoro
Per dar vita a un progetto complesso è necessaria infatti un’organizzazione ferrea,
una divisione dei compiti chiara, una collaborazione ampia e costante.
L'Archivio
Abbiamo iniziato dall’archivio. Il gruppo torinese ha messo mano all’Archivio delle carte digitalizzate (che è in rete con il titolo di Hyperpavese) per riordinarlo, razionalizzarlo, offrirlo in un formato digitale a congrua risoluzione. Chi entra in Paves-e può così leggere direttamente le carte e avere un contatto vivo con la scrittura di Pavese.
Le lettere,
il Mestiere di vivere,
i saggi
Contemporaneamente, l’unità di Torino ha lavorato in maniera certosina sulle lettere, sul diario, sui saggi, ricontrollando sugli originali le antiche edizioni cartacee. Si è così prodotto spontaneamente, ad esempio, un notevole avanzamento rispetto alla vecchia edizione dell’epistolario pavesiano (Calvino-Mondo, 1966): trascrizioni corrette, scioglimento degli omissis, recupero delle missive dei corrispondenti. Grazie a quest’opera di revisione e implementazione, chi legge un testo poetico di Lavorare stanca in Paves-e può accedere contemporaneamente ai luoghi testuali in cui Pavese parla di quello specifico testo nelle lettere, nel diario, nei saggi. Ma non solo. Può ricevere le informazioni necessarie relativamente ai personaggi, ai luoghi, ai libri citati o evocati nel testo stesso. Tutto questo non accade in automatico ma ha bisogno di una specifica codifica dei testi in XML-TEI, realizzata da Torino sotto la guida degli esperti del CINUM, per agganciare i dati ai testi in maniera puntuale.
Lavorare stanca
e
l'impresa
lessicografica
Nello stesso periodo l’unità di Catania ha curato la filologia e la lessicografia di Lavorare stanca. Con il supporto fondamentale dell’edizione critica di Barbarino, le difficilissime carte pavesiane sono state lette e rese in formato digitale, grazie a un protocollo TEI raffinato e innovativo, elaborato da Angelo Mario Del Grosso, Giovanni Gafà, Christian D’Agata e dallo stesso Barbarino, che ha permesso per la prima volta di rendere fenomeni in genere non riproducibili in digitale, come le cassature stratificate e la posizione degli emendamenti sulla carta. Chi entra in Paves-e può così leggere in maniera sinottica la carta pavesiana con la sua trascrizione, resa con un’immagine vivida, immediata, che dà subito la percezione all’utente di che cosa sia e quanto sia nuova la filologia digitale. Rifacendosi alla Concordanza di Savoca e Sichera, l’unità catanese ha creato inoltre il vocabolario digitale di Lavorare stanca, ad opera di Adriana Damico e Pierpaolo Sichera, vocabolario fruibile attraverso la piattaforma lessicografica del CINUM.
L'annotazione
Sia a Torino che a Catania si è lavorato e si lavora tuttora a una annotazione dei testi, che consenta la realizzazione di un commento digitale su più livelli, utile agli utenti appassionati come agli studiosi. Esso prevede anche la produzione o riproduzione di materiali multimediali (podcast, fumetti, scene di film o di documentari) e, in un prossimo futuro, l’annotazione dei testi, secondo protocolli specifici, anche da parte degli utenti.
L'ontologia
Come si può far ‘vedere’ all’utente tutto questo? Come si fa a tenere insieme tutte queste informazioni su luoghi, personaggi, carte, edizioni, lemmi, commenti, letteratura secondaria? Ci vuole un lavoro informatico impegnativo e raffinato, culminante nella creazione di quella che in termine tecnico si chiama ‘ontologia’, una sorta di albero della conoscenza, navigabile e interrogabile, approntato dal gruppo CHROMA e in particolare dalla Responsabile dell’unità, con Salvatore Cristofaro, Giovanni Gafà e Giuseppe Arena. L’ontologia è la struttura di connessione delle informazioni che consente di far convivere e di ricercare, nello stesso spazio e nello stesso tempo, informazioni testuali di diverso tenore e livello. La fruizione in simultanea di carte, edizioni, vocabolari, bibliografia, annotazioni, risorse multimediali si deve all’ontologia del CNR.
La fruizione:
l'edizione digitale
Contestualmente, nel progetto PaveseInTesto, la visualizzazione e la consultazione dell’edizione digitale rappresentano un elemento centrale del lavoro del secondo fronte del gruppo di ricerca CHROMA, in stretta sinergia con i creatori dell’ontologia. Laura Mazzagufo, sotto la guida di Angelo Mario Del Grosso e con il fondamentale contributo di Pierpaolo Sichera, cura la resa dei testi sul web, garantendo che l’edizione critica, arricchita di nuove funzionalità e possibilità di esplorazione, sia accessibile e fruibile per l’utente. Il principale strumento per realizzare l’edizione è TEI Publisher, un software open-source sviluppato dalla comunità e-editiones, che permette di realizzare edizioni scientifiche digitali con estrema flessibilità, rispettando le specificità di ogni tipologia testuale e superando i limiti di framework rigidi e predefiniti. La scelta di questo strumento contribuisce a garantire al progetto l’adesione agli standard della comunità scientifica, oltre che riusabilità e sostenibilità, principi oggi essenziali nella filologia digitale.

L’EDITORE: OSCAR MONDADORI
Come dicevamo, Paves-e gode del sostegno editoriale di Mondadori, grazie alla sagacia e alla lungimiranza di Luigi Belmonte (Direttore degli Oscar) e di Elisabetta Risari (Chief-Editor degli Oscar). Per quel che riguarda la critica e la filologia in digitale si tratta di un elemento fondamentale. L’appoggio di un editore di livello – del più grande editore italiano, nel nostro caso – crea una filiera integrata di collaborazione tra editoria digitale ed editoria tradizionale, consente al progetto di dare riconoscibilità scientifica e giuridica alle opere realizzate in versione esclusivamente on-line, rende concreta la possibilità di pubblicare in cartaceo esiti del progetto come nuove edizioni, testi critici, opere divulgative rivolte al grande pubblico, ecc. È su questa la linea su cui si è fondata la collaborazione con Mondadori per pirandellonazionale.it ed è su questo solco, ormai collaudato, che si muove Paves-e. Ai lettori di esplorare, leggere, confrontare, vedere, godere, contestare e soprattutto creare le nuove immagini di Pavese sollecitate dal nostro portale. Buon viaggio!